sabato 6 ottobre 2018

Libertà ed autonomia costituzionale all’avvocato



E’ di questi giorni la notizia che il Consiglio Nazionale Forense in un documento intitolato  "L'avvocatura e la Costituzione" ha presentato una   proposta di legge che punta ad ottenere un rafforzamento del ruolo dell'Avvocato nella nostra Costituzione ed il riconoscimento di una sua piena funzione pubblicistica. 
Ciò – è auspicabile - avvenga  a mezzo di  una novella di una norma costituzionale, l’art. 111. 
Ma in realtà cosa vogliamo, noi avvocati ?  Il nostro obiettivo, in pratica,  è quello che venga espressamente  prevista l’autonomia  della nostra funziona pubblicistica di difensore,  nel  processo dove siamo chiamati ad assicurare la necessità della difesa tecnica dell’imputato. Una funzione sicuramente insostituibile anche, e soprattutto, nell’epoca contemporanea connotata dalla priorità dei diritti del cittadino.
La Carta Costituzionale, d’altronde,  fa già molti riferimenti al ruolo ed alla funzione dell’avvocato riconoscendo che " La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento" e che "Sono assicurati ai non abbienti i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione". Ma ciò, a nostro parere, è insufficiente. 
Riteniamo, perciò, che dell’idea che la funzione svolta dall’avvocato debba essere ulteriormente valorizzata.
Ecco perciò giustamente il Consiglio Nazionale Forense, in questi giorni, ha avanzato la proposta di introdurre nella Costituzione una specifica norma pro-avvocatura, novellando ad esempio l’art. 111 e dando cosi al dettato costituzionale una sua completezza che riconosca appieno non solo la complessità del ruolo dell'avvocato, ma anche la sua  posizione di  libertà e di indipendenza, in linea con la deontologia professionale. 
Tutto ciò perché la  vita umana oggi è attraversata da un continuo susseguirsi di leggi.
In un quadro del genere  il ruolo dell’avvocato è utile ed indispensabile da un punto di vista sociale e nel contempo, pensiamo, debba  essere maggiormente riconosciuto da un punto di vista costituzionale. 
L’avvocato, infatti, insieme  al giudice, si dedica  all’ interpretazione della legge che cambia continuamente ed ambedue -applicando il  principio di legalità -tentano di dare “certezza al diritto”.
In questo delicato compito l’avvocato non deve perdere mai di vista l’obbligo morale, costituzionalmente sancito,  che gli appartiene : tutelare i diritti umani inviolabili. Speriamo che quanto auspichiamo venga realizzato al più  presto  e che l’avvocatura italiana non sia costretta ad un’eclatante protesta pubblica, come avvenne dopo l’ approvazione  del D.L. 223/2006 (il c.d. Decreto Bersani), al punto che allora sfociò in una lunga astensione dalle attività di udienza.
Tutto ciò perché é nota a tutti  la consapevolezza della drammatica situazione in cui versa la giustizia italiana. E  questo è il merito del Consiglio Nazionale che ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica la  funzione sociale e costituzionale svolta dall’avvocatura italiana. 
Da ultimo ricordiamo sia il Presidente  dell’Associazione italiana dei costituzionalisti (il quale di recente auspicava che il prossimo Parlamento avrebbe dovuto occuparsi della funzione dell’avvocato ) sia  il Presidente del Consiglio nazionale forense che  ha sollecitato la politica a intervenire sul rafforzamento, in Costituzione, del ruolo dell’avvocato,
E tutto ciò è un richiamo sui temi della giustizia che meritano continua attenzione e sui quali non si può mai abbassare la guardia.
In sintesi, se si parte dal principio che rafforzare la posizione dell’avvocato può essere un beneficio anche per la stessa magistratura e con questo beneficio si arriverà a migliorare l’intero pianeta giustizia, tutti saranno ben consci che, su questa nuova piattaforma, non vi sono controindicazioni  nel riconoscimento esplicito del ruolo del difensore.
Si tratta questa di un peso notevole, per l’avvocatura che sicuramente saprà metterlo a frutto.
                                                                                        avv. Raffaele G. Crisileo