Un nuovo
reato - l’ha creato qualche giorno fa il nostro Governo su proposta del
Ministro della Giustizia - per punire chi introduce un cellulare in carcere e
anche per chi lo detiene.
Severa, la
nuova pena : da uno a quattro anni di carcere.
Prima non
esisteva il reato, né la pena.
Era
previsto soltanto un illecito disciplinare sanzionato all’interno
dell’istituto.
Per la
cronaca - come scrive la nota giornalista Liana Milella su la Repubblica - “…
nei primi nove mesi di quest’anno, nelle nostre galere, sono stati scoperti
1.761 cellulari, confusi nel cibo, sistemati negli indumenti intimi, ingoiati,
nascosti nel corpo, inseriti dentro un pallone per poi essere lanciati, trasportati
da un drone, collocati nel fondo delle pentole. Nel 2019 ne avevano trovati
1.204 e 394 l’anno prima. Segno evidente
di un’esplosione che giustifica sicuramente un nuovo reato accompagnato da
un’altra misura molto dura per chi è al 41 bis. Chi agevola quel detenuto,
nelle comunicazioni con l’esterno, vedrà la sua pena fissata da 2 a 6 anni,
mentre oggi era da 1 a 4 anni. Se, poi, il reato è commesso da un pubblico
ufficiale, o da un incaricato di pubblico servizio o da chi fa l’avvocato, la pena
sarà da 3 a 7 anni, rispetto ai 2 - 5 anni di oggi.
Ma
torniamo agli episodi - continua la giornalista Liana Milella - che documentano
come vengono introdotti i cellulari in carcere inventando le più incredibili
strade. La giornalista Fiorenza Elisabetta Aini poi documenta più di una
dozzina di episodi realmente accaduti : il 3 settembre un pallone con
all’interno 16 telefonini è stato trovato all’esterno del muro perimetrale del
carcere di Avellino. Il 25 settembre, a Roma-Rebibbia, gli agenti scoprono due
micro-telefoni e un carica batteria nascosti dentro tre pezzi di formaggio. A
giugno quattro minicellulari nascosti dentro due salami. Scrive la giornalista
su Gnewsonline: “…… A Secondigliano, durante il lockdown, un drone si è
schiantato contro uno dei muri del carcere mentre cercava di recapitare due
piccoli involucri contenenti smart-phone, microcellulari, con batterie, sim
card e kit completo di alimentazione”. Ma non basta perché “….. sempre nel
penitenziario campano, un drone è stato intercettato dagli agenti e dentro sono
stati trovati dieci telefonini cellulari, otto carica batteria e dieci schede
telefoniche”.
Nel
carcere di Carinola dei detenuti ad agosto lanciavano pietre di calcestruzzo
dentro al penitenziario, nelle quali erano chiusi in sacchetti di plastica 20
smart-phone. Sempre a Carinola, “un sacerdote - che doveva celebrare la Messa
domenicale nel penitenziario - è stato trovato con 9 cellulari nascosti nelle
buste di sigarette e tabacco che aveva intenzione di portare ai detenuti, con
tanto di carica batteria e cavetti Usb”. E poi con una pentola, nel cui fondo
ad Avellino erano nascosti 19 microcellulari, 4 smart-phone e 2 telefoni
satellitari. Non mancano neppure quelli che Gnewsonline chiama “sistemi
tradizionali”, cellulari ingoiati, come l’8 maggio nel carcere di Pagliarelli a
Palermo. O quattro telefoni nascosti nello stomaco come nel 2019. O giusto
qualche giorno fa, in Sicilia, il detenuto che durante il trasferimento da un
carcere a un altro nasconde nel retto “un microtelefono, tre micro sim e un
carica batterie”.
Una
rassegna incredibile che porta la giornalista Liana Milella de La Repubblica a
chiedersi : come è possibile che finora tutto questo sia stato punito solo con
un illecito disciplinare all’interno del carcere ?