L’omicidio di Milena Sutter e quello di Enrico di Monaco sono due processi che si assomigliano: due classici processi indiziari con delle caratteristiche simili strabilianti,come ha evidenziato, durante la sua requisitoria, il Procuratore Generale di Napoli, dott. Francesco Iacone, nel processo contro Salvatore Busico, accusato dell’omicidio di Enrico di Monaco. Per la cronaca è stato proprio il dott. Iacone il Procuratore Generale che, nel 1975, sostenne l’accusa pubblica dinanzi alla Corte di Assise di Appello di Genova contro Lorenzo Bozano, il biondino dalla spider rossa, anche lui, come Salvatore Busico, assolto in primo grado, nel 1973 e condannato all’ergastolo in secondo grado, nel 1975.
Ma vediamo il perché le due vicende si rassomigliano e soprattutto il perché sono due processi indiziari classici.
Enrico di Monaco, un ragazzo di appena diciassette anni, di Santa Maria Capua Vetere, scompare nella notte tra il 24 ed il 25 aprile 2005. L’indomani la mamma ne denunzia la scomparsa. Partono le indagini, disturbate da tentativi di depistaggi e, alla fine, la storia ha un triste epilogo: Enrico viene ritrovato cadavere, con il volto trasfigurato, in stato di decomposizione, dopo ventitré giorni dalla scomparsa, il 18 maggio 2005, in una masseria abbandonata di campagna, la masseria Marzella, in Santa Maria La Fossa. Viene identificato per mezzo di un mazzo di chiavi che aveva con sé e che aprono casa sua. Ad avvertire la polizia del ritrovamento del corpo è un agricoltore che riferisce di aver intravisto in quella casa il corpo del ragazzo, con le gambe dritte in avanti, che indossava un jeans e delle scarpe bicolore.
Intanto gli inquirenti si concentrano su Salvatore Busico, un contadino quarantenne del luogo, che, a quanto riferisce un teste oculare, aveva incontrato, dopo la mezzanotte, la vittima che era salito sulla sua auto, un’Alfa 33 e poi era scomparso.
Ma vediamo perché questo omicidio ricorda quello di Milena Sutter.
Milena Sutter, una ragazza di appena tredici anni, di Genova, scompare il 6 maggio 1971 verso le 17.30 circa, all’uscita della Scuola Svizzera genovese. Il suo corpo venne ritrovato, due settimane dopo, in mare, precisamente il 20 maggio 1971 con addosso sei piombi da un chilo l'uno parte di una tuta da sub.
Appena visto il cadavere, due pescatori chiamarono i vigili del fuoco che recuperarono la salma. Il volto era irriconoscibile ed il corpo scarnifìcato. Milena indossava la camicetta a fiori, il maglione giallo e la blusa blu che aveva il giorno della scomparsa. Il corpo venne riconosciuto grazie a una medaglietta con inciso il suo nome (regalatale dalla madre alcuni anni prima) e grazie a un braccialetto che portava ad un polso. La sera stessa, un venticinquenne del posto, Lorenzo Bozano, venne arrestato, ritenuto il maggiore indiziato.
Secondo i medici legali che esaminarono il corpo, la ragazzina venne uccisa il giorno stesso della scomparsa, all'incirca tra le 18.00 e le 18.30. Il giorno successivo, alle 10.45 del mattino, la famiglia Sutter ricevette una chiamata anonima con una richiesta di un riscatto. Un chiaro tentativo di depistaggio. Poi più nulla, fino al ritrovamento del cadavere.
Intanto gli inquirenti si concentrarono su Lorenzo Bozano, un venticinquenne genovese che venne arrestato il 20 maggio 1971. Egli aveva l'hobby di girare con la sua spider rossa ed aveva la passione per le immersioni subacquee. Appena fermato, non riuscì a fornire un alibi che lo copriva dalle 16.15 alle 19.45 e dopo le 22.00 del 6 maggio.
Alcune persone, sentite come testi, dichiararono di aver visto un "biondino" sostare nella zona in cui si trovava villa Sutter, seduto su una spider rossa ammaccata; altri testi, inoltre, dissero di aver visto la sua spider nei pressi della Scuola Svizzera, nei mesi precedenti all'omicidio. Una trentina di studenti riconobbero Bozano. Inoltre, altri testimoni riferirono che, nei giorni precedenti, Bozano accennava all'idea di compiere un sequestro, ma egli affermò sempre che stava parlando del rapimento Gadolla, avvenuto per mano di un gruppo terroristico dell’epoca.
Tantissimi indizi contro Lorenzo Bozano e tantissimi indizi contro Salvatore Busico.
Bozano era un sub con la passione per il mare e attorno al corpo di Milena, quando il mare lo restituì alla terra, venne ritrovata una cintura da sub. Busico, dal canto suo, era un agricoltore ed anche un cacciatore ed Enrico venne ucciso con un fucile da caccia: due colpi sparati a ripetizione, in una masseria di campagna, buia ed abbandonata, in una zona dove Busico, come dimostrano delle intercettazioni in atti, voleva prendere in fitto un terreno, in epoca antecedente l’omicidio di Enrico.
Milena Sutter, al pari di Enrico di Monaco, secondo i medici legali, venne uccisa poco dopo la sua scomparsa, circa un’ora dopo : centrale, in ambedue i casi, il cibo ritrovato nello stomaco delle due vittime; secondo i medici legali è quello che avevano mangiato poco prima di essere stati uccisi.
E non solo ! Testi oculari avevano visto Bozano aggirarsi, con la sua spider rossa, intorno alla Scuola Svizzera, pochi giorni prima dell’omicidio di Milena; allo stesso modo testi oculari avevano visto Busico incontrarsi e frequentarsi con Enrico di Monaco. Sia Bozano che Busico hanno negato queste importanti circostanze di fatto !
Due alibi falliti, rispettivamente quello di Bozano e quello di Busico, per gli incolmabili vuoti presenti nel loro narrato.
In ambedue i casi la presenza di un movente : per Bozano la sua ossessione per Milena Sutter e per Busico la sua rabbia covata, poi esplosa, contro Enrico di Monaco che lo ricattava per l’incendio di un auto eseguito su sua commissione in cambio di denaro, come avevano riferito dei testi oculari che avevano visto Busico dare del denaro ad Enrico e raccogliere le confidenze del giovane.
Ambedue gli imputati hanno clamorosamente mentito durante il loro interrogatorio: Bozano negò di conoscere la Scuola Svizzera dove Milena studiava e, dal canto suo, Busico negò di frequentare Enrico perché si dedicava a cose illecite. E, poi, il colpo di scena : durante l’interrogatorio, Bozano inavvertitamente tirò fuori dalla tasca una scatola di fiammiferi con scritto il numero di telefono della Scuola Svizzera. Allo stesso modo Busico è stato smentito da testi oculari che hanno riferito particolari inquietanti sulla sua frequentazione con Enrico di Monaco.
E vi è di più ! Milena Sutter, quando venne ritrovato il suo corpo senza vita, indossava gli stessi abiti che aveva al momento della scomparsa; così anche Enrico di Monaco, all’atto del ritrovamento del suo corpo, indossava, guardate caso, gli stessi abiti di quella notte, quando salì sull’auto di Busico, dopo che si era cambiato di vestiti ed aveva indossato abiti di poco valore, perché, verosimilmente, sapeva di andare in quella masseria di campagna che conosceva sia Busico che lui e dove, verosimilmente, era già andato in precedenza forse non solo con Busico, ma anche con gli operai albanesi di costui.
Ma a carico di Busico vi è anche un’intercettazione ambientale emersa, in modo chiaro, da una nuova perizia disposta dalla Corte di Assise di Appello contenente due frasi emblematiche : “ Dovevo sparare io là …Ta ta ta ta… Oh! Mi stai uccidendo … “.
Questi, fra i tantissimi, elementi in comune intercorrenti tra i due omicidi e che sono stati trattati dallo stesso Procuratore Generale, il dott. Francesco Iacone, a distanza di cinquantanni l’uno dall’altro e che, in quello a carico di Busico, io ho avuto l’onere di affiancare, quale difensore della parte civile.
avv. Raffaele Gaetano Crisileo, penalista