domenica 16 novembre 2014

ETICA ED INFORMAZIONE BREVE SINTESI DELLA RELAZIONE TENUTA AL CORSO DI FORMAZIONE PER I GIORNALISTI PROFESSIONISTI IL 14.11.2014

“Il tema delle implicazioni etiche interessa i protagonisti dell’informazione della carta stampata e del mondo digitale ed in questo campo occorre dedicare la maggiore attenzione possibile all’etica. Ciò in quanto un giornalismo serio e corretto dipende dalla coscienza morale, dall’etica dei giornalisti, appunto, e non solo dalla legge e dalla deontologia. Quindi occorre ricostruire il sottile rapporto tra Etica ed Informazione. Non dobbiamo dimenticare che le agenzie di informazioni, nello sviluppo delle società, sono state un elemento importante. Oggi la loro esistenza è in pericolo perché, con l’avvento di internet, non hanno più la informazione in esclusiva; con la radiotelevisione, poi, hanno perso il primato della rapidità. Nel secolo scorso prima si ebbe la nascita dei quotidiani di informazione, come mezzo di conoscenza e di lavoro, e poi la comunicazione diretta divenne più limitata e ad essa si sostituì la stampa. Dagli anni sessanta in poi esplose l’informazione, grazie alla tecnologia e le agenzie d’informazioni divennero  gli unici mezzi capaci di informare rapidamente. Negli anni novanta si è passato al digitale e si sono aperti nuovi orizzonti come la multimedialità dell’informazione. Il successo è stato però effimero: è arrivato internet. Or dunque se l’informazione è oggi indispensabile, come strumento di conoscenza e di lavoro, essa deve essere corretta ed esatta. Ecco l’importanza della gestione e del controllo delle informazioni che comporta, sempre, una scelta delle informazioni. In altre parole un fatto diventa evento, meritevole di essere raccontato se, quell’evento, può interessare il destinatario. In altre parole un accadimento diventa notizia se si pensa che esso possa soddisfare i bisogni dell’informazione che il lettore richiede. Ed ecco che ricompare il problema della correttezza dell’informazione la quale è indubbiamente assicurata da una selezione delle stesse informazioni e da un controllo sulla loro esattezza. In un quadro del genere un agenzia seria di giornalisti deve ignorare le fonti anonime perché l’etica del giornalismo è l’etica del giornalista, vale a dire appartiene alla sua coscienza morale, come cittadino e come professionista. Ma non solo! Il giornalista deve, nell’esercizio della sua attività professionale, attenersi, con rigore, al rispetto dei codici e della legislazione; al rispetto della verità sostanziale. Ed allora accanto ad una “formazione” etica vi deve essere, necessariamente, una “informazione” etica. In altre parole il giornalista deve avere una buona conoscenza del codice penale, della legislazione sulla stampa e dei codici deontologici,  ad es. la “Carta di Treviso”, documento per la salvaguardia dei minori; la “Carta dei doveri”, sulla non discriminazione di razza, di religione, di sesso, di opinioni e tanti altri protocolli d’intesa sottoscritti. In quest’ottica l'etica dei media va dai problemi etici nella carta stampata fino ai problemi che affliggono la società dell'informazione. Abbiamo, quindi, un problema di etica della televisione, del web, dei libri, del sistema radiotelevisivo. Ed allora necessita che lo schermo normativo esistente venga rispettato, dal giornalista, in ogni sua parte.
Ci riferiamo a quell’assetto di norme che nasce dal connubio tra Costituzione e norme deontologiche professionali e da cui si ricavano dei basilari principi come la libertà di informazione e di critica, che sono “diritti insopprimibili”  dei giornalisti i quali mai devono offendere l’onore ed il decoro di alcuno,  altrimenti incorrono, oltre che nei vari illeciti, anche nel reato di diffamazione.
Altra norma di comportamento importante che merita di essere evidenziata è quella che vieta al giornalista di “pubblicare immagini o foto raccapriccianti di persone coinvolti in fatti di cronaca o comunque lesive della dignità della persona”. Il problema non è facile perché vi sono casi in cui l’immagine ha un valore informativo, essendo l’unica fonte della notizia. Un esempio? Le torture nel carcere irakeno di “Abu Graib”. Ed allora la collettività, senza quelle foto, avrebbe potuto acquisire la notizia e verificarne l’attendibilità? La risposta è che le immagini raccapriccianti hanno, in alcuni casi, un valore informativo perché sono il contenitore di una notizia, non altrimenti acquisibile dai lettori. Ed allora l’immagine raccapricciante può essere pubblicata solo quando la sua diffusione soddisfa una reale esigenza informativa. Vale a dire quando è il contenitore di una notizia che non può essere divulgabile in altro modo, sempre nel rispetto del requisito della verità. In conclusione bisogna farlo con etica e parlare di etica,  significa parlare di correttezza dell’informazione e significa parlare di un giornalismo serio e corretto “.
avv. Raffaele Gaetano Crisileo