Nel nostro Paese la
situazione carceraria è oramai un’emergenza che non può più essere differita
nel tempo e che bisogna risolvere e curare con estrema urgenza.
I problemi da affrontare
e da risolvere sono tanti e diversi: dall’edilizia carceraria, nel senso che i penitenziari
sono spesso obsoleti e vecchi, a quello
del sovraffollamento nel senso che gli istituti ospitano una popolazione di
detenuti quasi il doppio rispetto alla loro capacità ricettiva.
In buona sostanza
l’emergenza carceraria è davvero seria e drammatica !
E’ vero che i
detenuti sono in carcere per reati talvolta gravi, se non gravissimi, tuttavia
il recluso, in quanto persona, ha il sacro santo diritto al rispetto della sua persona e della propria dignità.
Una nazione civile,
come è la nostra, non può consentire che una situazione del genere,
inizialmente eccezionale sia diventata,
nel tempo, ordinaria né può “tacere” del modo in cui sono ospitati i detenuti
nelle nostre strutture penitenziarie.
Non dobbiamo mai
dimenticare che la pena, nel nostro paese, ha anche e soprattutto una funzione
rieducativa.
Tuttavia,
considerate le condizioni in cui si trovano i carcerati, abbiamo il sospetto,
se non la certezza, che quella funzione rieducativa cui prima facevamo cenno
sia stata, purtroppo, persa di vista.
Ed allora cosa
suggerire per una risoluzione del problema ?
Un ’amnistia (come
quella del 24 ottobre 1989, l’ultima che c’è stata ) ed un nuovo condono, come quello del 2006 (
l’ultimo adottato), almeno per i reati non troppo gravi, potrebbe, di certo, aiutare
allo svuotamento carcerario ed
aiuterebbe, di certo, anche i Giudici che quotidianamente affrontano una miriade
di processi da trattare, molti dei quali di non più attuale allarme sociale, in senso stretto.
Con piacere mi è
capitato di leggere, di recente, un libro di una nota autrice che raccoglie
storie, testimonianze di detenuti che soffrono e che le cui voci, noi operatori
del diritto penale, non possiamo non ascoltare perché non sono voci di chi grida nel deserto, ma appartengono
a persone sconfitte e senza più prospettive.
Ma forse qualcosa
si muove ( o si sta muovendo) nella
direzione giusta !
Noto con gioia che, recentemente, tantissime sono le
interrogazioni parlamentari che vengono rivolte, bipartisan, al Ministro della Giustizia per conoscere
quali iniziative vengono (o verranno) assunte o adottate per fronteggiare il
problema del sovraffollamento carcerario.
Vedremo cosa
succederà, nella speranza che la risoluzione di questo serio problema abbia la
priorità su tante altre, così come è giusto che sia.
Raffaele Gaetano Crisileo, avvocato penalista